Ro-bot-tamazione. Qualità e sicurezza sostenute dalla tecnologia
P Produzione e Innovazione
Edited by Michael Chiara

 

Robot e automazione, anche per il rottame.

Volevamo usare un gioco di parole per introdurre questo tema, ovvero quello dell’integrazione dei robot nel mondo della manifattura. Se è vero che di industria 4.0 si sente parlare da tempo, è altrettanto vero che si sta già iniziando a parlare di un’evoluzione di questo concetto. Ed è chiaro che la sempre più crescente integrazione delle tecnologie nelle attività industriali favoriscono questo cambiamento. Di robot in azienda se ne vedranno sempre di più. Non lo diciamo noi, lo dice l’International Federation of Robotics (Ifr).

Overview di contesto

Nel mondo manifatturiero/industriale, nell’ultimo rilevamento del 2020, risultano installati 3,015 milioni di robot. Il 10,4% in più rispetto al 2019. Dall’analisi emerge che il sudest asiatico è l’area più densamente popolata da robot (la Corea del Sud ha scavalcato Singapore nell’ultimo rilevamento), ma spicca che la Germania è al quarto posto e, nell’arco dell’ultimo anno, non ha guadagnato posizioni ma ha visto crescere la quota di robot installati (371 ogni 10 mila abitanti). L’Italia, in questo senso, ha alzato la sua quota (224, +5,6%) ma ha perso una posizione per via del forte passo avanti della Cina che resta il Paese che di gran lunga inserisce annualmente il maggior numero di robot (168.000 nuove unità, contro le 38 mila del Giappone, secondo). In questo contesto, c’è stato un forte passo in avanti di Germania e Italia, che si confermano i due Paesi europei ad aver aggiunto il maggior numero di robot nel corso del 2020 sebbene il Belpaese abbia ridotto gli investimenti numerici mentre in Germania c’è stato un ulteriore aumento.

cobot

Cobot: robot collaborativi

Bisogna includere in questo calcolo anche la sempre più alta presenza dei cosiddetti cobot, ad esempio quei bracci sensorizzati che interagiscono fisicamente con l’uomo e che grazie a sistemi avanzati riescono a coordinare le proprie azioni con quelle del personale fisico. Il pensiero va facile ad Amazon, ma non ci sono solo i big a operare attraverso queste tecnologie. Sempre più imprese comprendono l’effettiva necessità di affiancare all’uomo queste tecnologie. E i motivi sono diversi.

La robotizzazione non sostituisce le persone

L’integrazione tra tecnologia e uomo varia. E con esse le competenze. Carlo Mapelli, docente al Politecnico di Milano, ci aveva detto che emerge la richiesta di figure anche provenienti da percorsi umanistici, perché le capacità linguistiche e di programmazione vocale saranno sempre più utili nell’evoluzione dei processi. Questo è solo un esempio che inquadra una situazione: i robot ci saranno, ma ciò non vuol dire che l’obiettivo è quello di sostituire le persone. Semmai, cambieranno le competenze. Che dovranno essere funzionali, ad esempio, a “comandare” i robot.

Il primo obiettivo delle aziende resta infatti quello di accrescere sempre di più il livello di sicurezza delle persone. Ma è anche vero che ci sono esigenze che solo l’automazione e le nuove tecnologie possono migliorare in termini di efficienza.

Michael Chiara