

Forse solo alcuni di noi si ricordano che il termine siderurgia contiene la parola “sider” che significa stelle e di come esse siano fatte dello stesso materiale che ogni giorno in Feralpi viene prodotto al fine di dare vita a nuovo acciaio.
Del perché parliamo di stelle lo capirete a breve.
Complici appuntamenti ravvicinati quali sono la “Settimana delle donne nella scienza” e la “Giornata internazionale della donna” abbiamo voluto coinvolgere una personalità scientifica che, di stelle, se ne intende. Ma con lei non vogliamo parlare strettamente di astronomia, di cosmo e di argomenti tanto affascinanti ma per certi versi eterei, bensì di tematiche che riguardano più da vicino la nostra società e la nostra cultura attraverso l’importanza di un mondo scientifico – e con esse tutte le materie STEM – più aperto e inclusivo. A prescindere dal genere.
Un recente articolo di giornale nazionale titola come le donne siano ancora schiacciate dagli stereotipi e l’Italia arretra a livello globale, con solo 16,2% delle lauree Stem al femminile, rispetto al 37,3% degli uomini (fonte World Economic Forum 2024).
Ed è così che abbiamo voluto fare quattro chiacchiere con una persona che “ce l’ha fatta”. Parliamo della Prof.ssa Ersilia Vaudo, Chief Diversity Officer dell’Agenzia Aerospaziale europea.
Prof.ssa Vaudo, l'11 di febbraio è stata la Giornata Internazionale delle Nazioni Unite delle Donne nella Scienza, e si avvicina anche l’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna. Il suo percorso è davvero eccezionale: laureata in Astrofisica all'Università La Sapienza di Roma, dal 1991 lavora all'Agenzia Spaziale Europea, dove ricopre attualmente il ruolo di Chief Diversity Officer. Che cosa rappresenta e ha rappresentato per Lei lo studio delle materie scientifiche?
Sicuramente un motore trainante è stata la curiosità, l’istinto, il farmi continue domande sin da bambina. Per me è stato fondamentale il rapporto con la natura, avendo vissuto in una città vicino al mare. Mi domandavo cosa muovesse le nuvole, di cosa fosse composta la schiuma del mare. La scienza è sempre stata un elemento molto importante. Mio padre era un navigatore, era lui che mi spiegava il fascino del mondo, le sue leggi, che usava per girare il mondo. Mia madre era una chimica, una biologa molto appassionata di scienza. Per lei era molto importante che i miei fratelli e io familiarizzassimo con le formule chimiche, non temerle. A scuola, però, ero anche appassionata di filosofia. Questa mi ha portato a chiedermi come funzionasse il mondo, a scoprire i mezzi matematici per farlo funzionare.
Numeri alla mano, sappiamo che c’è ancora una disparità di genere su ruoli e responsabilità nell’ambito delle professioni STEM. Da questo punto di vista esistono ancora solo professioni maschili e professioni femminili?
Se guardiamo agli ultimi risultati dell’indagine OCSE PISA (Programme for International Student Assessment), vediamo come a livello internazionale l’Italia si pone all’ottantesimo posto per lo studio della matematica, con un importante divario tra ragazze e ragazzi. Le nostre bimbe sembrano appunto lontane dalla matematica. In realtà la matematica è quello strumento, quel chiavistello che ci permette di scegliere tra percorsi diversi. La matematica deve essere uno studio imprescindibile. Le discipline STEM sono la base per fare tutto nella vita, anche i poeti o le poetesse. Spesso si tratta di un retaggio culturale, del proprio contesto familiare e sociale. Soprattutto i bimbi e le bimbe con forte disagio sociale restano fuori dallo studio della matematica. In alcuni contesti familiari, la matematica, l’ingegneria sono solo per i maschi, mentre non è una cosa per le femmine. Se un bimbo o una bimba vuol chiedere un aiuto per i compiti, di solito si rivolge al papà. Ma questo è un contesto che si è diffuso in Italia, dove si è creato un antagonismo tra materie scientifiche e umanistiche. Troppo spesso si sente in Italia la frase “io non sono portato/a per la matematica”. Non tolleriamo i bimbi e le bimbe che non sanno la grammatica italiana, ma non sapere la matematica è tollerato. Oppure quando si sentono insegnanti dire che il proprio figlio o figlia non è portato per la matematica, un genitore dovrebbe reagire dicendo che è anche compito dell’insegnante portare il proprio figlio/a alle materie fondamentali, quali la matematica. L’aspetto culturale ha un suo importante peso in questo ambito.
Nel 2021 Lei ha fondato l'Associazione italiana non-profit “Cielo Itinerante”, per portare scienza ed esperimenti a bimbi e bimbe di territori con povertà educativa. Cosa sottolinea maggiormente di questa esperienza? Come le nuove generazioni?
Dal nome stesso dell’associazione, Cielo itinerante porta il “cielo” proprio dove non arriva, soprattutto in contesti di disagio sociale. Attraverso telescopi ed esperimenti abbiamo raggiunto oltre 4.000 bimbi e bimbe, anche attraverso campi estivi dedicati alla scienza. Misuriamo con Ipsos anche l’impatto di questa attività e abbiamo notato che anche in coloro che non “si sentono portati” per la materia, le competenze aumentano. Esplode un grande desiderio di comprendere le cose e soprattutto di non essere manipolabile, attraverso il pensiero critico che ne deriva. Da “cucinare” comete, a costruire razzi spaziali, hanno la possibilità di vedere quanto sia fondamentale la matematica. Ed è una cosa che va oltre il genere.
Il settore siderurgico è tradizionalmente definito maschile, ma si sta trasformando anche da un punto di vista sociale, aprendo le sue porte alle donne in attività produttive. Feralpi, in tal senso lo sta già facendo. In generale, cosa possono fare le aziende come la nostra per supportare questo cambiamento?
Bisogna investire nel capitale umano, indipendentemente dal settore. L’Italia è tra i Paesi con il minor tasso di laureati a livello internazionale (studio Ocse Pisa) e si è visto come siano crollate drasticamente le competenze matematiche. Rispetto ad altri stati, siamo indietro nell’apprendimento della matematica. I lavori di domani, anche i vostri addetti al pulpito o meccanici in acciaieria, hanno bisogno di competenze matematiche. Il futuro impiegato o un’operaia hanno bisogno di un senso critico, che si appoggia alla matematica. Bisogna investire nei nostri bimbi e bimbe. Si possono costruire laboratori con le materie e i processi che fate voi, come fanno già altre aziende del vostro settore e non. Sappiamo quanto nel futuro sempre più persone useranno l’intelligenza artificiale. Avere dipendenti più consapevoli aiuta non solo nella tenuta democratica del Paese, ma nella produttività della propria azienda. Un modo più alto di valutare le cose, sia a livello quantitativo sia qualitativo.
Chiudiamo chiedendo quali sono state le sfide e soddisfazioni che ha trovato nel suo percorso professionale e cosa si augura per il futuro riguardo al tema affrontato insieme.
Il mio è un percorso di 34 anni presso l’agenzia aerospaziale europea. Chiaramente sul tema delle pari opportunità sul lavoro, in generale, c’è ancora tanto da fare. Ho trovato qui da me sempre un grandissimo ascolto rispetto al tema equilibrio lavoro-famiglia. I bias sono sempre un tema delicato da affrontare e una sfida quotidiana. Io credo che creare una cultura, che vada oltre al genere negli ambiti scientifico-matematici, possa diventare un vero strumento di inclusione, senza antitesi tra quello che è il mondo della scienza e il vero umanesimo. Alla fine siamo tutti figli e figlie dell’approccio omnicomprensivo di Leonardo da Vinci e, come è contenuto nella parola siderurgia, figlie e figli delle stelle.
Ersilia Vaudo
Ersilia Vaudo Scarpetta si è laureata in Astrofisica, all’Università La Sapienza di Roma, dove ha inizialmente lavorato nel Dipartimento di Cosmologia su esperimenti per la misura dell’anisotropia della radiazione di fondo cosmico. Dal 1991 lavora all’Agenzia Spaziale Europea e ricopre attualmente il ruolo di Chief Diversity Officer a Parigi. In passato ha ricoperto vari ruoli strategici e ha inoltre lavorato quattro anni nelle Relazioni Internazionali all’ufficio dell’ESA di Washington DC, curando in particolare le relazioni con la NASA e la liaison dell‘ESA con il Canada e gli Stati Uniti.
È componente di International Women’s Forum e di Women in Aerospace Europe. La passione per la scienza e l’impegno sociale sono un filo rosso che attraversa il suo percorso e la motivazione che la spinge a scrivere articoli divulgativi da quasi trent’anni, convinta della forza ispiratrice della scienza sulle giovani generazioni.

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Stem, inclusione e nuove generazioni: l'impegno di Feralpi
Attraverso i progetti di D&I, Feralpi è impegnata in attività di sensibilizzazione delle scuole, con progetti di sensibilizzazione delle materie STEM quali Deploy Your Talents, Girls Code It Better e da ultimo, insieme con Comunità Pratica, con Stem in Genere, dove si sono raggiunti oltre 4.000 bimbi e bimbe delle scuole primarie di Brescia con laboratori scientifici per andare oltre agli stereotipi ed esaltare i mestieri cardine dell’economia bresciana, tra cui il settore siderurgico.

Lavoro per Feralpi da marzo 2009, dopo aver chiuso le fatiche e le gioie della mia laurea quinquennale in Lingue e Letterature Straniere all'Università Cattolica di Brescia. Il tedesco, a pari merito col ballo e il canto, è la mia più grande passione. E grazie ad esso ho potuto vivere un'esperienza umana e lavorativa indimenticabile presso la consociata tedesca di Feralpi, a Riesa.
Da Ottobre 2022 mi occupo di progetti di Diversity, Equity and Inclusion di Feralpi Group e sono al quarto anno di Dottorato Industriale sui temi di strategie di sostenibilità e innovazione tecnologica. Sono mamma di due vivacissimi pupetti biondi e moglie di un compagno che sopporta, e forse supporta, tutti i miei progetti professionali e privati. Appena sarà possibile, vorrei ritornare a fare visita ai miei colleghi tedeschi, sperando che non si siano scordati di me.